La grafologia non consente di determinare in modo assoluto l’età o il sesso di chi ha eseguito una firma, ma può fornire indicazioni probabilistiche basate su specifiche caratteristiche grafiche. L’età influisce sulla scrittura attraverso cambiamenti legati allo sviluppo psicomotorio e al deterioramento fisico. Ad esempio, una firma appartenente a una persona giovane tende a essere più fluida e dinamica, denotando energia e una coordinazione spesso ottimale, mentre una firma di una persona anziana può presentare tremori, variazioni nella pressione e tratti più frammentati, riflettendo la riduzione delle capacità motorie o la presenza di patologie come il Parkinson. La complessità e la dimensione della firma possono anch’esse variare con l’età: nei giovani le firme tendono a essere più semplici, mentre negli adulti e anziani sono spesso più personalizzate e definite. Anche il sesso del firmatario può influenzare lo stile grafico, sebbene le differenze siano legate più a fattori culturali che biologici. Le firme femminili spesso presentano curve morbide, tratti arrotondati e una maggiore attenzione estetica, con l’uso di ornamenti come sottolineature o ricci, mentre quelle maschili sono caratterizzate da linee rette, tratti più angolari e una maggiore essenzialità. La pressione può variare, essendo generalmente più leggera nelle firme femminili e più incisiva in quelle maschili, così come l’inclinazione e il ritmo del gesto grafico. Tuttavia, tali differenze non sono definitive, poiché personalità individuali, scelte stilistiche o condizioni fisiche possono contraddire queste tendenze. La grafologia, pur rilevando questi elementi, considera l’attribuzione di età o sesso solo chiedendola esplicitamente a chi ha apposto la firma.
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