IN DIFESA del DIRITTO di DIFESA. SOLIDARIETÀ al Prof. Avv. CARUSO e all’Avv. CORNAVIERA

La Camera Penale Veronese lette le notizie apparse sulla stampa relative al gravissimo gesto intimidatorio – una busta contenente tre proiettili recapitata presso lo Studio professionale – nei confronti del Prof. Avv. Giovanni Caruso e dell’Avv. Monica Cornaviera, difensori dell’imputato Filippo Turetta, recentemente condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin; letto il Comunicato della Camera Penale di Padova ‘Francesco de Castello’ e il Comunicato dell’Ordine degli Avvocati di Padova, entrambi del 5 dicembre 2024, ove si censura – alla luce delle minacce rivolte agli Avvocati Caruso e Cornaviera per il solo fatto di aver esercitato la funzione difensiva – la narrativa che identifica l’avvocato con il proprio assistito, auspicando che il dibattito, anche nei media, venga urgentemente riportato a canoni di civiltà e continenza, rammentando come l’esercizio del diritto di difesa sia principio cardine del sistema giudiziario; letta la nota congiunta dell’Associazione Italiana dei Professori di Diritto Penale e dell’Unione delle Camere Penali Italiane del 5 dicembre 2024, ove si fa appello – nel nome del rispetto dei princìpi costituzionali di civiltà giuridica – alla responsabilità dei media, della politica e di tutti su una narrazione delle vicende giudiziarie equilibrata nei toni e rispettosa dei ruoli dei diversi attori del processo; esprime la propria solidarietà ai Colleghi Prof. Avv. Giovanni Caruso e Avv. Monica Cornaviera e fa proprie le osservazioni contenute nei Comunicati stampa della Camera Penale di Padova ‘Francesco de Castello’, dell’Ordine degli Avvocati di Padova e nella nota congiunta dell’Associazione Italiana dei professori di Diritto Penale e dell’Unione delle Camere Penali Italiane. Sempre più spesso, negli ultimi anni, si assiste alla delegittimazione della figura professionale dell’avvocato, che viene identificato con l’assistito che difende e con il reato di cui questi è imputato (soprattutto nei casi, come quello in questione, di maggiore eco mediatica), anziché essere considerato garante del giusto processo, al pari di tutte le altre parti processuali. Le notizie apparse sulla stampa in relazione agli Avvocati Caruso e Cornaviera (già destinatari di critiche fin dall’assunzione della difesa in questo procedimento) rendono palese come si sia ulteriormente inasprito l’attacco alla funzione difensiva, con la messa in atto di gesti di natura gravemente intimidatoria che riportano alla memoria gli anni più bui del Paese e dell’avvocatura. Ebbene, tali pesanti attacchi non possono lasciarci indifferenti e impongono una seria riflessione sull’essere avvocato in pericolo, oggi, nel quotidiano esercizio della funzione difensiva. Occorre educare la collettività al rispetto del processo, di tutti i suoi attori, dei suoi tempi, e della sua funzione di accertamento di una responsabilità. Per tale fine, possiamo invocare e valorizzare l’indispensabile ruolo formativo svolto dalla scuola e dall’università, perché le future generazioni possano crescere consapevoli della intangibilità dei princìpi del giusto processo. Rimane tuttavia evidente che, oltre a questo, occorre fin da subito una netta e radicale inversione di tendenza da parte di chi “racconta” i processi alla collettività: è necessaria (e non più rinviabile) una forte presa di coscienza da parte dei media – morbosamente alla ricerca della notizia sensazionalistica e del “like” (anche e spesso in fase anticipata, rivelando indebitamente il contenuto di atti di indagine, coperti da segreto) – di essere sobri narratori di vicende processuali e umane, senza che a questa richiesta vengano evocati, come risposta, inesistenti bavagli alla libertà di stampa e di espressione. Risulta, in conclusione, doverosa, da parte della Camera Penale Veronese, una ferma presa di posizione sulla gravissima aggressione alla funzione difensiva, verificatasi nei confronti del Prof. Avv. Caruso e dell’Avv. Cornaviera, perché giunga forte e chiaro alla collettività il messaggio che l’Avvocato non arretrerà mai – per il dovere connaturato al proprio ministero, quale che sia il reato contestato – nella difesa del diritto del proprio assistito ad un giusto processo.
Verona, 5 dicembre 2024 (Il Consiglio Direttivo di Camera Penale Veronese)

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