La nota della Giunta dell’Unione Camere Penali Italiane in risposta all’Associazione Nazionale Magistrati.
Proprio perché i processi si dovrebbero fare per accertare “fatti”, come afferma ANM, abbiamo ritenuto di commentare le due assoluzioni di Renzi e di Salvini come esempi di processi fondati su altrettanti “teoremi” volti a sindacare il piano delle scelte politiche piuttosto che i fatti. Due singoli processi che smentiscono l’accusa perché segnati da tale vizio genetico non possono certo far credere che la giustizia nel nostro paese funzioni perfettamente, dimenticando il numero delle ingiuste detenzioni e i danni provocati da innumerevoli processi nei confronti di politici e amministratori conclusi con assoluzioni dopo molti gradi di giudizio, dei cui danni nessuno ha mai risposto. Sono troppo noti, ed oramai consegnati alla storia ed alla cronaca del Paese, gli episodi connotati da una evidente carica politica posti in essere dalla magistratura, sia all’esterno che all’interno dell’azione giudiziaria. Basti ricordare in proposito le parole di Palamara sulla vicenda della nave Diciotti che affermava la necessità di “attaccare” Salvini. Ricordiamo alla ANM che la riforma della separazione delle carriere è stata voluta con determinazione dall’Unione delle Camere Penali che nel 2017, dopo aver raccolto oltre 70.000 firme, ha per prima depositato in Parlamento una proposta di riforma costituzionale di iniziativa popolare, ed è quella riforma che è stata poi in verità “sostenuta” dalla politica. È evidente che la “reale portata” della riforma è proprio quella di equilibrare i poteri all’interno del processo e che ANM ha difficoltà ad ammettere che larga parte della magistratura è consapevole, assieme all’intero Paese, della necessità di un simile riequilibrio. Roma, 24 dicembre 2024
