
Un articolo pubblicato sul quotidiano Il Dubbio di ieri 21 novembre 2024, dal titolo Β«Contributo unificato come βbarrieraβ alla giustizia: ora la maggioranza mediaΒ», recita in apertura: βCi sarebbe una soluzione. Basata su un ragionevole compromesso.β Non Γ¨ chiaro se lβaggettivo βragionevoleβ esprima la visione della testata o di qualche esponente del Governo per giustificare il βcompromessoβ da esso proposto, ciΓ² che Γ¨ certo Γ¨ che il provvedimento del cosiddetto “blocca-processi”, incluso nella legge di Bilancio, continua a sollevare gravi dubbi sia di opportunitΓ che di legittimitΓ costituzionale e la nuova proposta avanzata dal Governo β oggi orientata verso lβobbligatorietΓ di solo un anticipo “relativamente contenuto” del Contributo Unificato β non elimina il problema ma lo sposta. Tale soluzione, al pari di quella originariamente prevista (consistente nellβobbligo di versamento integrale del Contributo), non appare affatto βragionevoleβ, in quanto non eliminerebbe in alcun modo il problema delle disparitΓ tra i cittadini, anzi, al contrario, continuerebbe a rappresentare un ostacolo insormontabile per una fascia consistente di essi, in particolare coloro i quali, pur non rientrando formalmente nei parametri per accedere al beneficio del Patrocinio a Spese dello Stato, si trovano in condizioni economiche precarie tali da scoraggiare o rendere impraticabile il ricorso alla Giustizia. Come sottolineato dalla Presidente Elisa Demma durante lβaudizione presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato tenutasi il 4 novembre u.s., lβadozione di un simile provvedimento, in qualunque forma, rappresenterebbe una soluzione certamente rapida ma senz’altro poco efficace per ridurre il carico giudiziario. Subordinare lβaccesso alla giustizia a un adempimento fiscale, infatti, non solo potrebbe violare i principi costituzionali, ma, ancor piΓΉ, si configurerebbe come un intervento miope, incapace di affrontare strutturalmente i problemi della Giustizia civile. Appare quindi opportuno ribadire che la compressione dei diritti dei cittadini non puΓ² essere lo strumento piΓΉ idoneo a risolvere le inefficienze del sistema giudiziario ma, al contrario, occorre investire in risorse, personale, digitalizzazione e riforme procedurali realmente orientate a una maggiore efficienza. Al contrario, lβidea di subordinare il proseguimento di unβazione civile al pagamento del contributo unificato β seppur in forma parziale β, oltre a minare il principio di uguaglianza sancito dallβarticolo 3 della Costituzione creerebbe una barriera economica che seleziona i cittadini in base al reddito, rischiando di ledere principi fondamentali sanciti dalla nostra Carta fondamentale che garantisce il diritto di ogni cittadino allβaccesso alla giustizia, prerogativa la quale non puΓ² e non deve essere riservata a chi possiede mezzi economici sufficienti per fronteggiare i costi anticipati. Se davvero il Governo intende perseguire una riforma equa ed efficace della giustizia civile occorre abbandonare ogni ipotesi di barriere economiche dirette o indirette al diritto di difesa, in quanto lβadozione di un provvedimento βblocca-processiβ, in qualunque forma, costituirebbe un rischio gravissimo per la tenuta democratica e il rispetto dei diritti costituzionali. La Presidente Demma assicura: βLβaccesso alla giustizia non puΓ² e non deve essere trattato come una questione di bilancio. Non accetteremo alcun compromesso e respingeremo con fermezza ogni provvedimento che trasformi βtassa di accessoβ, anche parziale, in una condizione di procedibilitΓ .β
Avv. Dario Tornese, Responsabile Comunicazione Movimento Forense