
Il rapporto tra cliente e legale è delicato, quindi utile condividerne nozioni. Ne parlo spesso per evitare che le acquisisca facendo amare esperienze sulla tua pelle. I rischi di un rapporto mal gestito sono, nel peggiore dei casi, problemi all’orizzonte (leggasi contenzioso proprio col tuo ex legale). Quando va bene, a volte per stupide incomprensioni e/o ignoranza su dinamiche di legge, puoi perdere il supporto del tuo legale di fiducia. Ma qual è la causa prima dei dissidi? Come accade per le liti tra bambini nello scambio di giocattoli, tra amici e tra moglie e marito, si tratta sempre di valore economico. Ovvero di quel vilissimo denaro, capace di far litigare anche i Santi. L’insidia tipica nel giudiziale, è un aspetto effettivamente anti-intuitivo, il rapporto tra onorari del proprio avvocato e spese liquidate nelle sentenze: – “Ma come sarebbe a dire, vinco la causa e devo pure pagare il mio avvocato?” – “Come sarebbe a dire la sua parcella, il giudice ha scritto che devo pagare solo l’avvocato del mio vicino, non mi ha condannato a pagare anche lei!” – “Cosa significa che siccome il giudice ha compensato le spese, devo pagarla io?” Da quando è diventato obbligatorio per gli avvocati il preventivo scritto, certe incomprensioni non dovrebbero più esserci. Ma non è sempre così. Quando incarichi (anche verbalmente) un avvocato, stai stipulando con lui un contratto d’opera intellettuale. Per cui vanno pattuiti dei compensi per iscritto (se non lo fai, non è che l’avvocato lavora gratis… si farà liquidare la parcella da un giudice, dopo un apposito processo…). Nei provvedimenti conclusivi delle cause, la norma è che il giudice condanni chi perde a pagare un rimborso spese legali a chi vince, che quantifica. Ma il giudice può anche compensare in tutto o in parte le spese. Ovvero ridurre o azzerare questo rimborso. In ogni caso la quantificazione delle spese legali che fa il giudice (o non fa, in caso di totale compensazione), non stabilisce quanto tu devi al tuo avvocato. Ma solo di quanto puoi “rifarti” sulla controparte, in caso ottenga una sua condanna alle spese.
Concretizziamo. Esempio #1: Il tuo avvocato ti chiede 7.000 euro per una causa. Vinci ed il giudice condanna la tua controparte a 5.000 euro di spese. Tu dovrai comunque 7.000 euro al tuo avvocato.
Esempio #2: Il tuo avvocato ti chiede 7.000 euro per una causa; Perdi la causa ed il giudice ti condanna a pagare le spese di controparte; Tu dovrai comunque 7.000 euro al tuo legale. Esempio #3:Il tuo avvocato ti chiede 5.000 euro per una causa; Vinci ed il giudice condanna la tua controparte a 7.000 euro di spese.
In principio, dovresti riconoscere comunque 7.000 euro al tuo legale. Perché, dovresti “regalare” 2.000 euro al tuo avvocato? Perché la liquidazione del giudice è relativa al valore dell’attività del legale, che non devi “marginare”. I grossi clienti (banche, etc.), non di rado lo fanno, con convenzioni indecorose.
Ma questo è un altro tema! Dubbi?