Durante la pausa estiva, ho avuto la fortuna di scovare in rete lo psicoterapeuta irlandese David Maloney*.
Tra le perle che ho trovato c’è il suo modello dei bisogni emotivi che possiamo soddisfare a livello individuale (esclusi quindi i bisogni a livello relazionale)**.
Maloney identifica cinque bisogni di base, che tendiamo a vedere in conflitto tra loro, ma di cui in realtà ci possiamo prendere cura più efficacemente proprio se li ascoltiamo tutti:
1️⃣ responsabilità
2️⃣ creatività e senso di scopo
3️⃣ benessere fisico
4️⃣ riflessione
5️⃣ spontaneità e rilassamento
Noi avvocati, come tanti altri professionisti, tendiamo a prestare un’attenzione quasi totalizzante al bisogno n. 1, ovvero al bisogno di sentirci sicuri agendo da persone responsabili nel nostro lavoro. (E cos’altro è il bisogno di non far scadere un termine se non un bisogno emotivo, prima ancora che processuale? 😅)
Probabilmente la nostra attenzione per il n. 1 ci fa trascurare molti degli altri bisogni, con il risultato di auto-sabotarci anche nella professione. Ma non è detto che non si possa rimediare.
Pensando al bisogno n. 2, siamo abituati a credere che vi sia poco spazio per essere creativi dentro la professione forense. Tuttavia, io direi che ce lo possiamo prendere questo spazio, specialmente se riusciamo a dedicarci di più ad attività che richiedono creatività, o se affrontiamo vecchi problemi in modo innovativo.
Ma magari preferiamo ritagliarci degli spazi per essere creativi al di fuori della professione. Ciò che conta è concederci di dare ascolto a questa parte di noi.
E il nostro senso di scopo come avvocati? Anche quello si può coltivare, portando lì l’attenzione. Se i nostri sforzi quotidiani si inquadrano in un “perché” più grande, il peso che sentiamo potrà venire alleviato.
I bisogni n. 3 e 5 tipicamente vengono trascurati perché è difficile mettere confini tra la professione e la cura per il nostro corpo, tra le responsabilità e i bisogni di riposo e svago, che sembrano non avere cittadinanza.
La chiave, secondo Maloney, sta nel riconoscere questi bisogni come legittimi e non sentirci in colpa quando diamo loro spazio. Anzi, possiamo farlo in maniera deliberata, senza attendere che sia ad es. la nostra voglia di svago a bloccarci, magari proprio quando avremmo bisogno di essere pienamente concentrati sul lavoro.
Non ho ancora parlato del n. 4, il bisogno di riflessione. Se avete la pazienza di aspettare, ve ne parlerò.
Apri un sito e guadagna con Altervista - Disclaimer - Segnala abuso - Privacy Policy - Personalizza tracciamento pubblicitario