Mi restava da considerare il bisogno di hashtag#riflessione dal punto di vista di noi avvocati. Qualche collega mi dirà: “Io rifletto già troppo, è la sostanza di quello che faccio!” 😅
A me sembra invece che la professione rischi di farci fare due cose che non qualificherei come “riflettere”:
– il pensare e ripensare alle molteplici questioni sollevate da ogni pratica, prima di decidere come muoverci.
– il rimuginare su scelte già fatte, magari bastonandoci per quelli che percepiamo come errori.
Il bisogno di riflessione, come bisogno emotivo, è quello del modello di David Maloney in cui più mi sono ritrovata, per due motivi. Intanto perché condivido ciò che pensa Maloney (link nei commenti), ovvero che si tratti del collante tra tutti i bisogni: se non ci fermiamo a riflettere, non ci accorgiamo nemmeno di cosa stiamo trascurando e non ci diamo la possibilità di trovare nuovi equilibri. Se maciniamo maciniamo maciniamo e basta, stiamo davvero servendo la nostra dimensione professionale? O non rischiamo invece di fare la corsa del criceto e di accorgerci troppo tardi che non stiamo andando da nessuna parte? O, peggio, che stiamo andando in una direzione che non ci soddisfa? L’altro motivo per cui mi sono ritrovata nella prospettiva di Maloney è più personale (quindi magari per chi legge non avrà, per adesso, molto senso). Qualche anno fa ho avuto la fortuna di accorgermi di un bisogno non pienamente soddisfatto di conversazioni profonde con persone che fossero realmente capaci di ascoltare. Quindi non tanto del bisogno di auto-riflessione, quanto della riflessione condivisa con un altro essere umano. D’altro canto, guardarci da soli da un altro punto di vista non è facile. Anche se sappiamo perfettamente cosa ci vorrebbe per noi (meditare, tenere un diario, fare una passeggiata riflessiva), rimandiamo sempre a quando ne avremo il tempo e la voglia, che però sembrano non arrivare mai. Ecco perché aprirci a conversazioni profonde su quello che davvero conta per noi può fare la differenza: coltiviamo ciò che siamo in modo più consapevole e guardando da una prospettiva più ampia. Ci stacchiamo per un attimo dalle minuzie delle nostre to-do list, anche a beneficio della nostra capacità di affrontarle più efficacemente. Mi fa piacere rendermi conto, a distanza di qualche anno, che al bisogno di riflessione ho risposto in modi diversi. Uno di questi si chiama coaching, ed è una delle cose più belle che mi siano capitate.
hashtag#lawyercoaching
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