LA COSCIENZA COLLETTIVA di Michele BONTEMPI

Si riempiono tutti la bocca di giudizi sulla società, sui genitori, sull’educazione ai figli. Ma di cosa stiamo parlando ? Ma in quale famiglia oggi un ragazzo impara dai genitori che la madre, la fidanzata, la sorella, l’amica è un oggetto di sua proprietà? Nessuna, salvi casi limite ovviamente, e non certo la famiglia di quel ragazzo, il quale, evidentemente, aveva ben altri problemi. E sono problemi che attendono alla sfera pisichica evidentemente. La mia modesta opinione è che oggi ci sono un sacco di persone (non solo giovani) apparentemente normali ma con gravi disturbi comportamentali non diagnosticati. Non so (non essendo uno psichiatra) se si tratti di malattie mentali o solo (si fa per dire) di disturbi della personalità… però adesso tutti si scagliano contro la società, i genitori, i modelli, etc … ma quella di Filippo era una famiglia normale eppure loro figlio ha fatto una cosa tremenda. Se aveva già dato segnali di comportamenti possessivi perché nessuno ha fatto nulla per segnalarlo ? Chi ha un disturbo mentale deve essere curato (senza vergogna a dirlo) ed esistono farmaci assolutamente efficaci per prevenire episodi di scompenso. Vivono liberi nella società a nostra insaputa migliaia di persone malate che, grazie ad una adeguata terapia farmacologica e psicologica, riescono a gestire dei palesi disturbi di personalità. Il problema vero – acutizzato dalla pandemia del 2020 – è che molte persone che avrebbero bisogno di essere curate passano inosservate e che i campanelli di allarme (che inevitabilmente ci sono) vengono sottovalutati perché nessuno penserebbe mai che una persona possa arrivare ad uccidere. Invece chi è malato e comunque disturbato può sconfinare in una situazione di delirio e a quel punto può capitare qualsiasi cosa anche la più grave. Bisogna educare la società al riconoscimento dei campanelli di allarme e alla necessità di non sottovalutarli mai. Dal punto di vista del diritto penale, poi, bisognerebbe, sotto il profilo sostanziale, ripensare e aggiornare l’istituto della infermità mentale e della incapacità di intendere e di volere e, sotto il profilo processuale, rendere effettive, adeguate ed elevare professionalmente le strutture delle Rems, gli ex ospedali psichiatrici giudiziari, tanto per intenderci. Se il carcere è, infatti, una discarica sociale per tutti (compresi i malati psichiatrici), le Rems sono una realtà residuale per pochissimi e, in particolare, per i casi più conclamati. Per avere la certezza di un posto fisso in una Rems, occorre tristemente mandare sotto terra una povera ragazza, un medico, un’infermiera o semplicemente un passante. Non sopporto più – scusate lo sfogo – tutti questi sermoni di psicologi, psichiatri, criminologi, politici o quant’altro che – solo e ogniqualvolta c’è il corpo di una donna martoriata ancora sanguinante – si stracciano le vesti, come facevano i farisei al tempo di Gesù.

Michele BONTEMPI: Partner presso Studio Legale Frigo & Partners STA (Fondato da Giuseppe Frigo negli anni ’60 e poi costituitosi in forma societaria, in piena continuità di attività, nel gennaio 2009 dai Suoi allievi e collaboratori: Avv. Massimo Bonvicini, Avv. Elena Frigo e Avv. Michele Bontempi) 

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Redazione

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