LE COORDINATE DEL MALE

Il libro di Alice Mignani, è un viaggio nelle ragioni, nelle coordinate del male, nelle sue inquiete correnti alternate, nel suo oceano di contraddizioni e circostanze, là dove possedere una bussola è arbitrario, perché parliamo e trattiamo di complessità… Questo lavoro intende indagare, in una prospettiva integrata che intreccia i saperi propri del servizio sociale penitenziario, della criminologia forense e della pedagogia della devianza, quelle che sono le ragioni e, appunto, le coordinate dell’azione dissociale e criminale. L’analisi parte da quella che è una introduzione sull’eziologia del male e criminogenesi, per poi passare a quello che è il fondamento rieducativo nel nostro ordinamento penitenziario, partendo dalla base costituzionale rappresentata dall’art. 27. Le prospettive e possibilità che interessano una pedagogia costruttiva riferita al campo della devianza, con riferimento peculiare al segmento degli aggressori sessuali, vero banco di prova arduo rispetto ad una azione riabilitativa sia sul piano sociale che educativo. L’indagine sul male passa anche attraverso concreti esempi ricavati dalla cronaca nera recente, come l’omicidio di Lecce e il caso di Luca Varani, per poter corredare la ricerca con dati empirici e un riferimento al presente: l’abisso del male è quello specchio in cui temiamo di riconoscerci, ma che rimane parte e riflesso dell’uomo nella sua complessità.

✅ Il principio della finalità rieducativa della pena, secondo cui le pene non devono essere volte unicamente alla punizione del reo ma devono innanzitutto mirare alla sua rieducazione, quale requisito fondamentale per il suo reinserimento nella società  è sancito dall’art. 27 costituzione📌 “La responsabilita’ penale e’ personale. L’imputato non e’ considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita’ e devono tendere alla rieducazione del condannato”.

Principio confermato con legge 26 luglio 1975 n. 354 :Art. 1. (Trattamento e rieducazione)  📌 1. Il trattamento penitenziario deve essere conforme a umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona. Esso è improntato ad assoluta imparzialità, senza discriminazioni in ordine a sesso, identità di genere, orientamento sessuale, razza, nazionalità, condizioni economiche e sociali, opinioni politiche e credenze religiose, e si conforma a modelli che favoriscono l’autonomia, la responsabilità, la socializzazione e l’integrazione. 2. Il trattamento tende, anche attraverso i contatti con l’ambiente esterno, al reinserimento sociale ed è attuato secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni degli interessati. 3. Ad ogni persona privata della libertà sono garantiti i diritti fondamentali; è vietata ogni violenza fisica e morale in suo danno. 4. Negli istituti l’ordine e la disciplina sono mantenuti nel rispetto dei diritti delle persone private della libertà. 5. Non possono essere adottate restrizioni non giustificabili con l’esigenza di mantenimento dell’ordine e della disciplina e, nei confronti degli imputati, non indispensabili a fini giudiziari. 6. I detenuti e gli internati sono chiamati o indicati con il loro nome. 7. Il trattamento degli imputati deve essere rigorosamente informato al principio per cui essi non sono considerati colpevoli sino alla condanna definitiva.


/ 5
Grazie per aver votato!

Direttore: Avv. Angelo RUBERTO

AlMablog News è una rivista di diritto, cultura e news varie senza scopo di lucro, accessibile on line gratuitamente (open access), fondata nel 2018, edita e sostenuta da Angelo RUBERTO Avvocato Penalista del Foro di Bologna, nonchè Presidente dell’Associazione “Rete Nazionale Forense”. PARTNER: JuraNews https://juranews.it - ©2018-2024 Tutti i Diritti Riservati. La collaborazione redazionale dei testi è libera ed a titolo gratuito.