IDENTITA’ CULTURALE: UNA SCELTA D’AMORE di Kaoutar BADRANE

L’AMORE PER LA PROPRIA IDENTITA’ E LA LIBERTA’ DI SCEGLIERE DI ABBRACCIARE CULTURE DIVERSE-  Decine di milioni di persone vivono in un paese diverso da quello in cui sono nate. In particolare il Veneto è la terza Regione italiana per consistenza del fenomeno immigratorio. All’aumento dei flussi si accompagna la progressiva stabilizzazione sul territorio della popolazione immigrata di cui sono indicatori le presenze dei minori e delle donne. La Regione del Veneto, mia terra adottiva, nell’ambito delle proprie attribuzioni, previste dalla normativa nazionale e dalla normativa regionale, promuove e attua iniziative volte al superamento delle specifiche difficoltà connesse alla condizione di immigrato e a favorirne il processo di convivenza all’interno della comunità regionale. Ed infatti la mia terra d’adozione, mi ha accolta a braccia aperte e mi ha permesso di integrarmi facilmente e felicemente, diventando dopo poco un corpo unico con le sue tradizioni e linee di pensiero, che si sono perfettamente bilanciate con quelle della mia terra d’origine, divenendo per me una risorsa che impreziosisce il mio modo di pensare e di essere. La regione Veneto promuove diverse iniziative attraverso il coordinamento informativo tra enti pubblici e privati, finalizzate all’integrazione della popolazione immigrata nel tessuto socio-lavorativo veneto. Io sono Veneta e sono Marocchina e mi sento speciale ed ancora più ricca per essere riuscita ad accogliere a pieno le mie due culture. Durante il webinar assisteremo ad una prima parte in cui verranno trasmessi brevi spezzoni della puntata di RADICI, che permetterà di introdurre brevi spunti di riflessione e dialogo; successivamente verrà approfondito un focus psicologico e culturale della tematica, per poi concentrarsi negli aspetti più puramente giuridici, il tutto attraverso interventi di pregiati esponenti ed esperti che riferiranno sulla materia, in relazione alla propria preparazione, esperienza e professionalità. Potremo sentire diverse personalità di spicco. La storia del mondo femminile è sempre stata travagliata e scandagliata da una continua e costante diversità rispetto alla posizione dell’uomo che, ad oggi, seppur assottigliata, non può ancora dirsi esclusa del tutto. Ma se nel mondo occidentale la lotta per i diritti femminili ha dato i suoi frutti, pur non essendo ancora la guerra vinta, nel mondo orientale, seppur si registrino grandi passi avanti, la situazione è ancora allarmante. In alcune nazioni come il Marocco, l’emancipazione femminile,  è ancora lunga e dove non  è raro riscontrare una marcata diseguaglianza tra uomo e donna che si riflette anche nel diritto di famiglia. Basti pensare che in Marocco solo da pochi anni la donna ha il diritto al mantenimento della prole collocata presso di sé. La violenza contro le donne continua ad essere una ferita aperta, soprattutto in paesi orientali dove l’ulteriore discriminazione determinata dalla profonda frattura tra la popolazione più povera e quella più ricca, determina persino l’impossibilità di trovare vie d’uscita per molte donne che non conoscono altra scelta se non quella di ridursi ad oggetto di proprietà del marito. Ma non può nemmeno sottacersi, che anche nella popolazione più ricca ed istruita, la posizione della donna sia ancora eccessivamente legata a dogmi arcaici che la trovano in una posizione di inferiorità rispetto all’uomo e, più in particolare, al marito. Non si tratta di tradizioni secolari e regole di bon ton che impongono ad esempio alla donna di occuparsi di versare il tè, ma si tratta della rinuncia ai propri diritti per ottenere la libertà da una relazione matrimoniale opprimente ed ingiusta. Ciò che si  necessita è una crescita spirituale e una maggiore consapevolezza, che non porti a sradicare usanze o tradizioni che rendono preziosa una cultura, ma che miri piuttosto a valorizzare la dignità di ciascun individuo e di riconoscere il valore della persona umana. Fino a poco tempo fa ed ancora oggi in alcuni paesi o frazioni del Marocco, molte donne non hanno libertà di scelta a partire dal vestito da indossare, fino alla libertà di opzione di istruzione o di luogo in cui vivere. Risulta necessario quindi rendere effettiva la globalizzazione. Questo termine, che ormai è nelle bocche dei cittadini di tutto il mondo, significa anche realizzare concreti aiuti, a tutte quelle donne che si battono per affermare la propria libertà e autonomia. Nel programma radici, andato in onda di recente, racconto della mia fortuna, che mi ha concesso di nascere in una famiglia, nella quale ho potuto “scegliere” valori che trovo giusti nella mia cultura di origine, e altrettanto di adozione.  Entrambe le culture, mi hanno permesso di realizzarmi come  donna nella mia  libertà di scelta ed autodeterminazione. La mia sorte, mi ha permesso di legarmi a doppio filo a due paesi, quello di nascita e quello di adozione e così il mio cuore è diventato più grande per accogliere due meravigliose culture tanto diverse tra loro eppure così vicine.  Se ci pensiamo bene, i valori fondamentali di tutti i paesi del mondo sono gli stessi, l’importanza della famiglia, il rispetto per gli anziani, l’accoglienza e l’amore verso i propri simili, che deve portare anche ad aiutare il prossimo. I valori fondamentali, espressi in modo diverso dalle culture del mondo, ma sostanzialmente uguali tra loro, sono quelli che non sono passati nel filtro della cattiveria e della convenienza umana. Non è tradizione abbrutire la figura della donna riducendola ad un oggetto e privandola della capacità e facoltà di intendere e di volere. Come recita un  passo del Corano, salva un uomo e salverai l’umanità, uccidi un uomo e ucciderai l’umanità. Uccidere l’umanità però, vuol dire anche volgere lo sguardo altrove, ignorando i bisogni e le richieste di aiuto sia se provenienti dal proprio vicino di casa, sia se provenienti da paesi lontani del mondo che, seppur distanti kilometri dal proprio giardino, sono comunque abbastanza vicini, per sentire coloro che richiedono assistenza.  Mantenere la propria identità culturale anche fuori dal proprio paese d’origine è in realtà  semplice, basti amare la terra che ti accoglie, e riconoscersi in quei valori che diventano propri. E’ davvero semplice,  perché quando si entra in contatto con  un mondo diverso, si pensa che magari, le persone che lo abitano,  guardano il “diverso” con occhi diffidenti e si chiudono alla scoperta forse, ma che in realtà, senza rendersene conto,  non sono gli altri che si chiudono a loro,  ma piuttosto il contrario, loro si chiudono verso gli altri, questo succede  magari per ignoranza oppure per la semplice pigrizia, non ci  fermiamo a capire una cultura diversa. Nei parchi giochi si possono vedere bambini di tutte le età, sesso, cultura, estrazione sociale e provenienza etnica, giocare insieme e ridere e condividere esperienze e, allo stesso tempo, si può constatare che poco distane gli adulti si chiudono in cerchie ristrette che non consentono a nuovi arrivati di farne parte. Questo esempio è chiaramente esemplificativo e metafora, di ciò che succede anche fuori dai parchi giochi. Trovare la propria identità, per chi come me è cittadina di due culture, vuol dire saper fondere le stesse ed al tempo stesso farle rimanere pure e valorizzarle con passione. La mia esperienza, mi ha permesso che detto,  anche una maggiore capacità di determinazione perché mi ha aperto  la mente a valori diversi da quelli di origine e mi ha permesso di scegliere quali seguire ed abbracciare, secondo la mia  idea del giusto, in modo da mutare il proprio essere, facendo propri anche insegnamenti diversi da quelli della propria tradizione d’origine ed in cui ci si riconosce meglio.  FOCUS GIURIDICO: Anche nell’ambito del Diritto di famiglia la tematica dei diritti umani delle donne, ha avuto un notevole impatto come strumento per l’attivismo politico e ha rappresentato un punto di convergenza tra i paesi del mondo, per la realizzazione di concrete strategie politiche, volte al cambiamento e ha facilitato la creazione di strategie collaborative, per la promozione e la difesa dei diritti umani, in una dimensione specificatamente di genere. In tutte le società ed in tutti gli ambiti, le donne sono state oggetto di disuguaglianze giuridiche e di fatto. L’accesso delle donne islamiche ai diritti sociali, civili e politici è stato storicamente, ed è tuttora, mediato dalle reti di parentela e dalle logiche patriarcali che si instaurano all’interno della famiglia. Dietro il concetto di famiglia si cela una varietà di significati, a seconda che ci si riferisca a classi aristocratiche o ceti bassi, a realtà urbane o rurali, ma anche in relazione a diverse comunità religiose ed etniche. Dunque, per essere parte della nazione che conferisce diritti e le responsabilità alla cittadinanza, si deve appartenere ad una fede religiosa, la quale a sua volta deriva dall’appartenenza ad una rete di parentela definita da una discendenza maschile. Da questo tipo di società patriarcale deriva che i ruoli prefigurati per le donne, sono legittimati dalla religione e radicati nelle culture. Nella maggior parte dei paesi musulmani, le norme di diritto di famiglia prevedono ruoli totalmente diversi per l’uomo e per la donna nell’ambito familiare: l’uomo gode di una posizione di netto vantaggio rispetto alla donna.  Il nucleo della comunità musulmana è la famiglia, unita dalla fede e dal rispetto della tradizione islamica. L’Islam ritiene che il ruolo primordiale della donna sia di preservare l’unità della famiglia. In gran parte dei paesi mediorientali, le leggi del Codice di famiglia sono state il terreno di battaglia di molti movimenti femministi, riformisti, islamisti e laici.  nei codici della famiglia sono contenute norme importanti per la vita delle donne, poiché regolano l’accesso delle donne a diversi diritti quali il divorzio, la tutela e la custodia dei figli, l’eredità e l’istituzione del contratto matrimoniale. Infatti, le norme contenute nel codice dello statuto personale sono l’ambito, al contempo simbolico e materiale, in cui si istituzionalizza l’importanza della famiglia e delle relazioni di genere. La riforma dei codici dello statuto personale sono stati il cavallo di battaglia dei movimenti delle donne che, ad esempio, in Marocco, solo da poco hanno ottenuto il diritto a chiedere il divorzio ed a ottenere il mantenimento per sé e/o per la prole collocata presso di sè. Nel mondo arabo musulmano, i movimenti di emancipazione sociale della donna si sono affermati tra la fine del secolo scorso e gli inizi di questo: tale periodo è noto come “periodo del risveglio” e della ‘rinascita’, ovvero “Nahda”. In molti paesi a maggioranza islamica, il divario tra condizione maschile e femminile rimane notevole. È possibile ed è auspicabile, invece, che la lotta delle donne per vedere riconosciuti i propri diritti avvenga privilegiando l’educazione, l’istruzione ed il lavoro.

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Direttore: Avv. Angelo RUBERTO

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