Si apre una fase molto importante per l’economia del Paese. È pacifico che, per una ripresa economica reale, è indispensabile una riduzione delle imposte sia in termini qualitativi che quantitativi. Il programma dettagliato del PNRR prevede che il governo riveda entro il prossimo 31 luglio l’intero ordinamento fiscale e tributario, nel senso dello snellimento, della semplificazione e dell’efficacia. E oggi si vocifera di tagli a mini-imposte e tributi, in un c.d. sfoltimento sistematico. Atteso il grave stato di affanno economico e la necessità di una seria revisione del sistema fiscale e tributario, l’auspicio è che i prossimi interventi non di mera cancellazione numerica delle imposte, ma puntino a una effettiva riduzione del carico fiscale, per consentire una partecipazione alla spesa pubblica improntata a giustizia, nel consolidamento di un patto fiscale tra Stato e cittadini. Negli scorsi mesi, Meritocrazia Italia ha già presentato il dettaglio tecnico della propria proposta di riforma fiscale. Le imposte dirette – Irpef, Ires e Irap – contengono sperequazioni e contraddittorietà e occorre ripristinare un’equità verticale e orizzontale. Meritocrazia insiste sulla necessità di i) contenimento della tassazione sul reddito d’impresa, attraverso l’estensione della flat-tax per fatturati sino a € 150.000 per la vendita di beni e fino a € 100.000 per le prestazioni di servizi, anche perequando l’aliquota d’imposta al 15% ma consentendo la determinazione del reddito imponibile con la deduzione dei costi dai ricavi e non in base a coefficienti forfetari; ii) abbattimento della distinzione fra redditi d’impresa e redditi professionali, con eliminazione della ritenuta d’acconto, anche utilizzando un sistema di cash flow tax in acconto, calcolando le imposte dovute trimestralmente, per cassa ma sulla base di una aliquota piatta di base del 15%, da conguagliare in fase di dichiarazione annuale dei redditi; riduzione dell’aliquota Ires al 20% per almeno 5 anni; iii) introduzione del quoziente familiare per le famiglie a basso reddito, con ampliamento della no tax area sino a 9.000 euro di reddito di lavoro dipendente o autonomo; iv) introduzione della aliquota ‘continua’ alla tedesca o alla ‘danese’, per evitare la sperequazione iniqua delle attuali aliquote centrali dell’Irpef; sostituzione dell’Irap con una rimodulazione delle aliquote Iva più basse, di 1 o 2 punti percentuali. L’area delle imposte indirette risente della rilevante evasione Iva, condizionata anche da frodi fiscali gravi, nonché del contenimento dell’area imponibile delle imposte di successione e donazione – franchigie e aliquote piuttosto basse – e dell’Imu – esenzione prime abitazioni; mentre per converso le imposte di registro e le ipo-catastali affliggono soprattutto le compravendite nel settore edilizio (4%/9% + 2% + 1%). Meritocrazia propone di: i) rimodulare le aliquote Iva e registro, anche a servizio della eliminazione dell’Irap; ii) ridurre a tempo limitato e legato a certe operazioni immobiliari, anche speculative, dell’imposta di registro per agevolare il settore edilizio che sta ripartendo anche grazie al superbonus 110%; iii) riorganizzare Imu e Tasi per attuare una imposizione unica sugli immobili, salvaguardando le prime abitazioni e rimodulando le aliquote nel caso di grandi proprietà immobiliari (ad esempio più di 10 immobili, perequando fra quelli locati e quelli che restano sfitti); iv) introdurre la cedolare secca anche per gli affitti degli immobili commerciali se i proprietari accettano canoni ridotti per far ripartire le locazioni per le imprese; v) rimodulare le aliquote delle imposte di successione e donazione e delle franchigie; vi) bloccare la revisione degli estimi catastali sino al superamento della crisi emergenziale, per non meno di 5 anni ed introduzione nei valori Omi di un abbattimento dei valori immobiliari congruo per la effettiva riduzione di valore degli immobili, ed in particolare per quelli commerciali; vii) ridurre l’Imu per gli immobili commerciali e per quelli destinati ad ufficio, se locati; viii) eliminare l’imposta di bollo, un tributo del tutto anacronistico che costa quasi più riscuotere ed accertare che incassare, con la rimodulazione delle aliquote Iva e registro. Al fine di favorire il rilancio delle imprese, è necessario, poi, un ampliamento del numero delle zone franche e delle aree di crisi industriale complessa, con introduzione di norme di esenzione fiscale per almeno 5 periodi d’imposta e l’esenzione fiscale e contributiva sul lavoro come sopra alle imprese che hanno sede in quelle aree e con obbligo di nuove assunzioni. Non ultimo, Meritocrazia insiste anche sulla necessità di istituire una Agenzia delle Uscite, che regolamenti i ritardi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, dando effettività anche alla tutela del creditore dello Stato.
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