“Tangenti per diventare ufficiali della marina mercantile”: quattro le condanne inflitte dal GUP di Palermo. Si è concluso in primo grado, per quattro dei dieci indagati, il processo nato dall’inchiesta “sugli esami truccati” per diventare ufficiali di macchina e di coperta della marina mercantile. Dall’indagine erano emerse tangenti fino a mille euro che i candidati avrebbero dovuto pagare per avere la certezza di superare le prove indette dalla Direzione Marittima per conseguire i titoli professionali marittimi di macchina e coperta. Nel corso delle indagini preliminari erano state eseguite misure cautelari nei confronti di 12 indagati, di cui 5 agli arresti domiciliari, quattro il divieto di dimora e per tre l’obbligo di presentazione alla PG. L’indagine ruotava attorno alla scuola di formazione marittima “Studio De Santis”, di via Francesco Crispi, all’ingresso del porto di Palermo, abilitata dal ministero a rilasciare l’attestato necessario per l’imbarco sulle navi mercantili. Gli indagati erano Giovanni Paterna (direttore di macchina e componente della commissione esaminatrice), Raffaella De Santis (della omonima scuola di formazione), Leonardo Busalacchi (impiegato della Capitaneria di Porto), Giuseppe Tarantino (direttore di macchina) Antonino Lupo (luogotenente della Capitaneria di Porto), Giosuè Messina (capitano di vascello), Flavio Gambino (sottotenente di vascello), Caterina Morello (Studio De Santis), Annarita Iadanza (docente del Nautico). Le accuse andavano dalla corruzione all’abuso d’ufficio. Indagine compiuta dai militari della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera – di Palermo e dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo. A seguito delle indagini era emerso che i marittimi che formulavano istanza per partecipare agli esami venivano “avvicinati” dagli indagati che, in collegamento con il centro internazionale di formazione marittima, promettevano il facile superamento delle prove, con la frequenza di “pre-corsi” a pagamento tenuti dagli stessi pubblici ufficiali che in seguito avrebbero fatto parte della commissione esaminatrice. In alcuni casi si era accertato, che in occasione dei “pre-corsi” i candidati venivano puntualmente “informati” sugli argomenti che sarebbero stati oggetto di esame, nonchè che gli indagati fornivano ai candidati anche anticipazioni in merito alle tracce che sarebbero state loro sottoposte in occasione della prova scritta di inglese, preparandoli alla traduzione del testo che poi sarebbe stato oggetto della prova. Dopo appena tre anni dal blitz, il processo di primo grado, celebrato con il rito abbreviato solo per alcuni, ha portato a queste le condanne inflitte, dal giudice per l’udienza preliminare Roberto Riggio: Giovanni Paterna 5 anni e 4 mesi, Alessandra Schirò un anno e sei mesi, Francesco Giuseppe D’Anniballe 2 anni, Francesco De Santis 3 anni. L’accusa era rappresentata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto procuratore Chiara Capoluongo.
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