PROPOSTA DI REVISIONE LEGGE PROFESSIONALE FORENSE di Amalia PADRICELLI

 

La legge n. 247  del 2012 “Nuova Disciplina dell’Ordinamento della Professione Forense” (pubblicata sulla G.U. n. 15, 18 gennaio 2013, Serie Generale) – ha, di fatto, creato disuguaglianze nella categoria degli avvocati,  mostrando di prediligere maggiormente coloro che lavorano in studi prestigiosi o comunque già forti nella vita lavorativa; ha, invece, tralasciato e abbandonato i nuovi aspiranti alla professione legale, introducendo  limitazioni che hanno riguardato vari aspetti, quali l’accesso alla professione,  la formazione obbligatoria, la previdenza.  L’onorevole  Bignami il 29 luglio 2019 ha presentato una proposta di legge volta rivedere  e semplificare le norme di accesso alla professione forense: “Delega al Governo per la revisione e la semplificazione delle norme sull’accesso alla professione di avvocato e sul suo esercizio”. La proposta si prefigge di procedere alla revisione della  legge professionale forense del 31 dicembre 2012 numero 247,  si compone di un unico articolo e,  prevede principi e criteri volti ad una  maggiore semplificazione, equità e trasparenza all’accesso della professione.  L’on.le Bignami nell’illustrare la proposta alla camera dei deputati così si è espresso: “Con la presente proposta di legge si intende delegare il Governo a procedere a una decisa revisione della riforma della professione forense intervenuta con la legge 31 dicembre 2012, n. 247. Una riforma che, anziché favorire l’ingresso alla professione di avvocato e l’accesso alla stessa, in particolare alle giovani generazioni, con criteri di valorizzazione del merito come la legge stessa recita, ha comportato, nei fatti, una reformatio in peius ampliando la divisione tra avvocati e finendo per creare criticità e difficoltà in specie per i giovani avvocati”. La proposta è stata nei giorni scorsi  assegnata alla Commissione giustizia della Camera dei deputati. Questi, in sintesi, i punti salienti della Proposta:

  1.  modifica del corso di studi in giurisprudenza agevolandone l’indirizzo verso la specializzazione professionale mediante l’istituzione e l’attuazione di tirocini curricolari;
  2. obbligo del rimborso delle spese per il praticante avvocato;
  3. eliminazione dell’incompatibilità della professione forense con il lavoro subordinato di cui all’articolo 18 della legge 31 dicembre 2012, n.247;
  4. ripristino della figura del praticante abilitato, prevedendo che la stessa non sia soggetta a limitazioni temporali;
  5. revisione delle modalità dell’esame di abilitazione previste dagli articoli 46 eseguenti della legge 31 dicembre 2012,n.247, mediante l’introduzione di misure premianti e di meccanismi di trasparenza;
  6. previsione di agevolazioni fiscali e previdenziali per i giovani avvocati;
  7. previsione di un rimborso delle spese obbligatorio per i tirocinanti;
  8. eliminazione dell’obbligo dell’iscrizione alla Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense e liberalizzazione del settore previdenziale e assistenziale;
  9. abolizione dei requisiti dell’abitualità, dell’effettività e della continuità della professione forense di cui all’articolo 21 della legge 31 dicembre 2012, n.247;
  10. reintroduzione dell’accordo con il quale l’avvocato e il cliente stabiliscono il compenso per la prestazione professionale svolta.

Dal quadro complessivo della proposta si evidenzia la particolare attenzione rivolta ai giovani avvocati, i quali, vittime della recente riforma, hanno subito l’imposizione di un esame di abilitazione ostico da  affrontare e tutt’altro che meritocratico, una formazione obbligatoria non sufficientemente esplicitata nei criteri  e che ha creato ulteriori sfruttamenti a danno dei tirocinanti, l’obbligo all’iscrizione alla Cassa forense particolarmente onerosa. In un momento di grave crisi la legge  n. 247 del 2012 si è manifestata un’ulteriore aggravio di difficoltà per tutti coloro che aspirano a tale prestigiosa categoria; con tale proposta di legge, invece,  si ritorna a dare nuovamente all’avvocatura quel senso di orgoglio e prestigio dovuto alla equità e giustizia con cui vengono rispettati i diritti di ognuno, all’apprezzamento  del lavoro che,  quotidianamente, viene svolto con fervore e senza remore alcuna dalle nuove leve.

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