Sul caso della nave “Mare Jonio” e sulla direttiva del ministero dell’Interno ” stop definitivo alle azioni illegali della Ong“, interviene Vittorio ALESSANDRO – Ammiraglio in pensione delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera – per il quale “la direttiva di Salvini per fermare le Ong è un “provvedimento anomalo, chiaramente illegittimo e viziato di abuso di potere”. Viola anche una delle Convenzioni internazionali in tema di salvataggi in mare, quella dell’Onu sui diritti del Mare (Unclos) approvata a Montego Bay nel 1982 e ratificata dall’Italia nel 1994. Inoltre, dice ALESSANDRO “l’articolo 83 del codice della Navigazione, prevede che sia il ministero delle Infrastrutture l’unico soggetto titolato ad interdire la navigazione nelle acque territoriali. Infatti l’art. 83 del codice della navigazione – ” Divieto di Transito e di Sosta” così recita “Il Ministro dei trasporti e della navigazione può limitare o vietare il transito e la sosta di navi mercantili nel mare territoriale, per motivi di ordine pubblico, di sicurezza della navigazione e, di concerto con il Ministro dell’ambiente, per motivi di protezione dell’ambiente marino, determinando le zone alle quali il divieto si estende”. Il ministero degli interni agisce “di concerto” con il Mit solo in presenza di un pericolo per la sicurezza pubblica. Con la direttiva, invece, “il Viminale si interpone fra il vertice istituzionale dell’organizzazione marittima e del soccorso e la competenza operativa delle Capitanerie di Porto”. Ma “non lo fa con una missiva al ministro, come sarebbe proprio in caso di supposto pericolo per la sicurezza dello Stato, non basato su ipotesi ma su cose, ma lo fa con un proprio provvedimento, come negli Stati autoritari”. La “zoppicante circolare”, sostiene ancora Alessandro, contrasta con l’articolo 17 dell’Unclos. “Le navi di tutti gli Stati, costieri o privi di litorale, godono del diritto di passaggio inoffensivo attraverso il mare territoriale” dice l’articolo, ma nella direttiva è scritto invece che “nel mare territoriale non si applica il principio della libertà di navigazione di cui agli articoli 58(2) e 87 della Unclos, per cui le navi straniere non godono del diritto di navigare nel mare territoriale di uno Stato costiero, né di accedervi senza il consenso di questo”. L’ordine della GdF ad una imbarcazione con migranti a bordo di spegnere i motori, secondo l’ammiraglio, è ” un ordine inaudito sotto il profilo nautico: una nave usa i motori non solo per navigare ma anche per difendersi dal moto ondoso, per mantenersi in assetto. L’intimazione di andare alla deriva su un mare agitato con onde alte tre metri è il frutto dell’accecamento prodotto dalla misura di polizia di chiudere il mare territoriale alle navi che hanno persone soccorse a bordo”.