BRINDISI: SEQUESTRATA UNA TONNELLATA DI “SCHIUMA DI MARE”

La pesca del bianchetto praticata da diversi secoli lungo le coste dell’Italia  ha un influenza importante e negativa sugli stock ittici ed, a poco valgono le sanzioni amministrative in materia di pesca del prodotto ittico sottomisura introdotte dalla Legge n° 154 del 28 luglio 2016 recante modifiche al decreto Legislativo n.  04 del 2012 a contrastare il fenomeno della pesca abusiva.Poi, dal  25 agosto 2016, con l’entrata in vigore su tutto il territorio nazionale della legge 154 del 2016  sono scomparsi i reati relativi alla pesca, trasporto, commercializzazione e detenzione di prodotti ittici sotto la taglia minima consentita (cosiddetto “novellame”). Nella mattinata del 15 marzo personale  appartenente alla Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Taranto, nell’ambito di un servizio di controllo del territorio, hanno sottoposto a sequestro una tonnellata di “pesce sottomisura” oltre a prodotto ittico privo di documentazione comprovante la tracciabilità. L’operazione si è svolta durante le prime ore del giorno, nel territorio del capoluogo ionico; a seguito di un controllo ad una autovettura condotta da un soggetto residente in Calabria, sono stati sequestrati kg. 320 di pesce di taglia inferiore a quella consentita denominato comunemente “bianchetto”; inoltre, lungo le marine della fascia posta a ponente di Taranto, veniva intercettato e sottoposto a controllo un furgone condotto da un soggetto residente in Sicilia, riscontrando la presenza a bordo di circa kg. 670 di novellame di pesce, e circa kg.50 di pesce denominato “palamita”. Tutto il prodotto ittico veniva sottoposto a sequestro e donato a diverse mense dei poveri, associazioni di volontariato e case famiglia di Taranto. Nel complesso l’operazione portava all’applicazione di sanzioni amministrative per un importo superiore a € 50.000. La pesca del “bianchetto” ha un impatto devastante dal punto di vista del ripopolamento dei mari. La pesca del bianchetto è regolata con l’istituzione del “fermo biologico” che decreta le date di inizio e di fine dell’attività di cattura al novellame. Con l’entrata in vigore del Regolamento CE 1626/94,  le “pesche speciali”, di cui fa parte dunque anche quella del bianchetto,  non sono più  consentite.  La pesca è potuta proseguire grazie alla concessione di un regime sperimentale di deroga da parte di Bruxelles (Regolamento CE 1448/1999). Fino al 2010 la pesca del bianchetto veniva autorizzata annualmente dal Ministero delle Politiche Agricole, Forestali ed Alimentari per un periodo di due mesi (15 gennaio – 15 marzo, estensibile fino al 15 aprile), quando i giovanili di acciughe e sardine  si concentrano vicino a costa.  Successivamente il Regolamento CE 1967/2006, entrato effettivamente in vigore nel maggio 2010, relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo, in base all’art. 15 ( Taglie minime degli organismi marini) ha stabilito che  è vietata la pesca del novellame di pesce azzurro,  la sua tenuta a bordo, lo sbarco, il trasferimento, l’immagazzinamento e la vendita.  Da luglio 2016, si sono aggiunte, inoltre,  severe sanzioni amministrative e pecuniarie per contrastare la pesca illegale di queste specie proibite.

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