Milioni di tonnellate di plastica in mare, un rischio per tutti e secondo un dossier ne finirebbero in acqua almeno 8 milioni di tonnellate all’anno. La maggior parte non la vediamo perché è sotto forma di microplastica, ma è comunque pericolosa: ingerita dai pesci, arriva fino ai nostri piatti. Il Mediterraneo ne è pieno. A Bologna all’EUDI Fiera (EUROPEAN DIVE SHOW la più importante manifestazione espositiva europea interamente dedicata al mondo della subacquea) parte la nuova campagna del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera per sensibilizzare sull’urgenza di intervenire per liberare il mare dall’invasione della plastica. Il problema della plastica in mare finalmente sta toccando al sensibilità di tanti, ma non è ancora sufficiente. “Chi ama il mare lo protegge”, con questo claim, il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera lancia la nuova campagna social #plasticfreeGC. “È stata fortemente voluta dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa – ha riferito il Comandante Generale delle Capitanerie di Porto, l’Ammiraglio Giovanni Pettorino – e ci coinvolge direttamente”. “Saremo parte attiva – aggiunge – anche su una nuova campagna che prevede l’individuazione e la raccolta delle cosiddette “reti fantasma””. Si tratta di rifiuti che rimangono per anni sotto le acque, impigliando pesci, rilasciando microplastiche e intralciando, a volte con risvolti tragici, l’attività dei sub che “magari mossi dalla volontà di tutelare l’ambiente – spiega il Angelo Doria, capo Nucleo Subacqueo – si avvicinano alle reti e possono incastrarsi con le proprie attrezzature”.