L’incendio del Norman Atlantic è occorso domenica 28 dicembre 2014 al nave traghetto Ro-pax di nazionalità italiana, di proprietà della società Visemar di Navigazione ma, noleggiata dalla compagnia greca Anek Lines utilizzata sui collegamenti Italia-Grecia e viceversa. L’incidente, avvenuto durante la navigazione sulla tratta Igoumenitsa – Ancona, ha gravemente danneggiato il traghetto e, ci furono 31 vittime, di cui 12 morti accertati e 19 corpi mai trovati, e il ferimento di 64 dei circa 500 passeggeri. Le operazioni di soccorso erano state coordinate dalla Direzione Marittima di Bari – Centro di coordinamento del soccorso marittimo (MRCC) – ed, eseguite operativamente dal UCG – Unità Costiera di Guardia – Brindisi. Sulla vicenda sono anche state aperte due inchieste, una dall’Autorità Marittima e una dell’Autorità Giudiziaria. Concluse le indagini preliminari da parte della magistratura inquirente Barese dopo la richiesta di rinvio a giudizio degli indagati, comincerà il 6 maggio 2019 l’udienza preliminare sul naufragio. Al Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Bari Francesco Agnino, i pubblici ministeri Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano chiedono il rinvio a giudizio dei 32 imputati (30 persone fisiche e due società). Agli indagati si contestano, a vario titolo, i reati di cooperazione colposa in naufragio, omicidio colposo e lesioni colpose plurime oltre a numerose violazioni sulla sicurezza e al codice della navigazione. Tra gli imputati ci sono Carlo Visentini, legale rappresentante della Visemar, società proprietaria del traghetto, i due legali rappresentanti della greca Anek Lines, noleggiatrice della motonave, le stesse società, il comandante Argilio Giacomazzi e 26 membri dell’equipaggio. Durante le indagini preliminari, si è celebrato un incidente probatorio che è durato circa due anni con numerosi accessi a bordo del relitto. Il relitto della nave, annerito dalle fiamme, è tuttora ormeggiato nel porto di Bari è sottoposto a sequestro probatorio.
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