La pesca elettrica – molto diffusa in Olanda – è un sistema di pesca che usa la corrente elettrica per stanare i pesci dai fondali, grazie all’impiego di scariche che li costringono a lasciare i loro nascondigli nei sedimenti delle profondità marine. Attraverso l’invio verso il fondale marino delle scariche elettriche, si provoca la morte o lo stordimento dei pesci che vengono quindi raccolti a strascico una volta risaliti verso la superficie. La corrente elettrica è sicuramente meno selettiva della pesca a strascico, colpendo con un grande potenziale distruttivo anche uova, piccoli nati e tutto l’ecosistema dei fondali. Senza contare che molto spesso il pesce viene ucciso dalle scariche elettriche senza essere nemmeno recuperato dagli attrezzi di pesca, amplificando l’impronta ecologica di questo tipo di prelievo. In discussione a Bruxelles le norme per porre fine a questa attività considerata da ong e organizzazioni di pescatori dannosa per l’ecosistema marino“. Il Parlamento europeo ha già chiesto a larga maggioranza la fine di questo sistema di pesca, ma in sede di negoziati con Commissione e Consiglio, stanno cercando un salvataggio last minute”. In realtà, il divieto di questo tipo di pesca esiste già dal 1998 ma, nell’ultimo decennio ha ottenuto delle deroghe . Nel 2009 la Commissione ha previsto una deroga al regolamento, che consentiva agli Stati membri di dotare il 5% delle loro flotte con reti a strascico con attrezzi per pesca a impulsi tramite fondi europei e, nel 2010 cinque pescherecci da traino olandesi si sono convertiti alla nuova tecnica. Attualmente è’ previsto un periodo di transizione che dovrebbe terminare a dicembre 2021, ma ci sono forze politiche – M5S – nel parlamento europeo che hanno chiesto la fine del periodo al 31 luglio 2019.
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