Mauro Palma critica la scelta del ministro Bonafede di postare su facebook un filmato che ripercorre la latitanza, la cattura e l’arrivo in Italia dell’ex terrorista. “Come Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà – afferma Palma – ho atteso che calasse il clamore attorno all’operazione che ha riportato Battisti alla doverosa realtà dell’esecuzione di quella pena che la giustizia gli ha inflitto per quanto commesso. Un punto di arrivo che avrebbe richiesto un atteggiamento sobrio sul piano istituzionale e su quello della comunicazione. Non è stato così. E poiché alle parole che cercano – in contrasto con la nostra Costituzione – di dare alla pena il significato del ‘marcire in carcere’, si sono aggiunti i video che dettagliatamente riprendono le varie fasi della traduzione in carcere della persona estradata, ritengo doveroso richiamare quanto affermato dal nostro ordinamento penitenziario, che all’articolo 42-bis comma 4, prescrive che nelle traduzioni siano ‘adottate le opportune cautele per proteggere i soggetti tradotti dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità’. Certamente il legislatore non poteva prevedere che fossero proprio i vertici delle Istituzioni – ministri della repubblica – a non rispettarla”. Il Garante “se da un lato confida – sulla base della più volte affermata volontà del ministro della giustizia del pieno rispetto della dignità di ogni persona – che si provvederà a rimuovere tali video, d’altro canto ritiene suo compito ricordare che epiteti, frasi e immagini che puntano ad acquisire consenso attraverso il ricorso a un linguaggio del tutto estraneo a quello del Costituente, finiscono per consolidare una cultura di disgregazione sociale e di tensione di cui il Paese non ha certamente bisogno”.
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